Comunicato 12 Novembre 2015

a cura di Filippo M. Boscia e Maria Nincheri
“Day one” definisce il giorno del concepimento Pearson, laicissima scienziata. Quando il nucleo dello spermatozoo incontra quello dell’ovulo, inizia il “ big bang”, processo irreversibile, esplosione di vita: questa nuova cellula unica e irrepetibile tra miliardi di altre possibili combinazioni, è un nuovo essere umano, con caratteristiche tutte sue, diverse dal padre e dalla madre. In questo incontro i 23 cromosomi materni si uniscono ai 23 paterni scambiandosi informazioni genetiche: vinceranno i caratteri via via dominanti e si formerà un nuovo patrimonio genetico, nel quale sono presenti i caratteri fisici e psichici del nuovo futuro soggetto umano: questa sarà la base che modulerà l’epigenetica. E quando a Warnock che pur aveva affermato che “lo sviluppo è graduale, continuo e coordinato”, gli fu chiesto perché giustificava la sperimentazione sull’embrione nei primi giorni di vita, affermò di averlo detto per calmare “la pubblica ansietà”: in realtà la donna, anche la più ignorante dell’umanità, quando, ancora prima del ritardo menstruale, sente alcuni sintomi significativi, non dice “ Aspetto un embrione”, ma “Aspetto un bambino”. Dal “day one”, come dice il British Medical Journal, noi, dallo stadio di una cellula di 46 cromosomi ( specie umana) siamo“Manager” di noi stessi e “Active orchestrator”. Nei 6-8 giorni in cui passiamo dalla tuba in utero siamo autonomi e già allo stadio di due cellule cominciamo a “ parlare” con la madre (cross talk) producendo sostanze, tante, con cui comunichiamo con lei. E se manca questo periodo, come nella Procreazione Medicalmente Assistita ( che segue anche dopo una Diagnosi Genetica Preimpianto ) , come riportano i follow up di 20 anni nel mondo, ci possono essere conseguenze anche gravi. E della Diagnosi Prenatale Pre-impianto (DGPI) possiamo dire chiaramente che è eugenetica applicata non a un individuo adulto, ma quando esso ha poche cellule. Esiste una richiesta di moratoria internazionale da parte di molti scienziati che chiede di non manipolare embrioni e gameti.

Tanto dichiarano i Medici Cattolici Italiani con dati scientifici e in risposta alla Consulta che dice sì allo scarto di embrioni.

I medici cattolici invitano la comunità internazionale a non accettare che l’embrione umano sia ridotto a mero materiale biologico.

La società umana deve interrogarsi sulla genesi della vita e deve porre un argine alla preoccupante selezione eugenetica.

Roma, 12 novembre 2015