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F. Balzaretti (L'Osservatore Romano 1/1/12): I criteri della Chiesa e quelli della scienza

Per interpretare le guarigioni di Lourdes

Pubblichiamo stralci della conferenza su «Le guarigioni di Lourdes: tra scienza e fede» tenuta nei giorni scorsi a Roma dal segretario dell’Associazione Medici Cattolici Italiani e Membro del Comitato Medico internazionale di Lourdes. (CMIL)

Tra i primi ad accorrere alla grotta di Massabielle, c’è anche Catherine Latapie, una povera contadina, cui le due ultime dita della mano destra erano paralizzate. Il 1° marzo 1858, arriva alla grotta, prega, si avvicina alla fonte e vi immerge la mano. Immediatamente le sue dita riprendono i loro naturali movimenti. È la prima delle guarigioni miracolose di Lourdes. Da allora se ne sono registrate altre settemiladuecento

Ma perché solo a Lourdes è stato istituito un Comitato medico internazionale (Cmil) per la verifica delle guarigioni inspiegabili? E qualcuno, un po’ provocatoriamente, domanda: «Ma avvengono ancora i miracoli a Lourdes?». Anche perché sembra quasi che le guarigioni di Lourdes siano diventate più rare e più difficili da dimostrare. La medicina ha sempre giocato un ruolo fondamentale per Lourdes.

Allora la Chiesa disponeva già di una «griglia di criteri» per il riconoscimento miracoloso delle guarigioni inesplicabili; criteri stabiliti nel 1734 dal cardinale Prospero Lambertini, che sarebbe diventato Papa Benedetto XIV. Poi, sotto la presidenzanel 1947, il Comitato medico nazionale.

Successivamente nel 1954, monsignor Théas, vescovo di Lourdes, volle dare a questo comitato una dimensione internazionale. Nasceva così il Comitato medico internazionale di Lourdes che è attualmente composto da venticinque membri, ognuno competente nella propria disciplina, e ha due presidenti, in considerazione delle due valenze teologica e scientifica: il vescovo di Lourdes e un medico. Oggi che si è notevolmente ampliato il ventaglio degli accertamenti diagnostici e delle possibili terapie risulta ancor più complessa la formulazione di un parere positivo da parte del Cmil. Per cui nel 2006 è stato proposto un nuovo metodo di lavoro.

Tutti i casi segnalati, prima devono comunque seguire una procedura molto precisa, rigorosa e articolata.

In questa procedura sono interessati, da una parte, i medici e da un altro lato l’autorità ecclesiastica. Infatti, per essere qualificata come miracolosa, una guarigione deve ottemperare a due condizioni: che avvenga secondo delle modalità straordinarie e imprevedibili, e che sia vissuta in un contesto di fede.

La prima tappa è la dichiarazione — volontaria e spontanea — da parte della persona che ritiene di aver ricevuto la grazia di una guarigione.

E qui assume un ruolo essenziale il direttore del Bureau Médical, il quale, se il caso è significativo, convoca una consulta medica alla quale sono invitati a partecipare tutti i medici presenti a Lourdes, di qualsiasi provenienza o convinzione religiosa.

E, a questo punto, si potranno quindi classificare queste guarigioni o «senza seguito», o, nei i casi sufficientemente documentati, come «guarigioni constatate» e da convalidare.

I dossier delle «guarigioni constatate» vengono presentati ai membri del Cmil nel corso della loro riunione annuale. Essi seguono il principio di Jean Bernard: «Quel che non scientifico non è etico». Per cui anche se credenti — e a maggior ragione se lo sono — nei loro dibattiti non viene mai meno il rigore scientifico. Così, se la guarigione viene considerata particolarmente significativa, si provvede a incaricare un membro del comitato a seguire il caso.

L’obiettivo è di ricostruire tutta la storia della malattia; valutare adeguatamente la personalità del paziente, al fine di escludere eventuali patologie isteriche o deliranti, per giudicare se questa guarigione risulti effettivamente eccezionale, per la normale evoluzione e prognosi della patologia iniziale. A questo punto tale guarigione potrà essere classificata senza seguito, oppure giudicata valida e «confermata».

Si passa quindi a un terzo stadio. La guarigione viene sottoposta a perizia dal Comitato medico internazionale di Lourdes quale organo consultivo, incaricato di stabilire se la guarigione sia da ritenersi «non spiegabile», allo stato attuale delle conoscenze scientifiche. E quindi si provvede a un attento e scrupoloso riesame collegiale del dossier.

Il pieno rispetto dei «criteri» canonici assicurerà poi che ci si trova, o non ci si trova, di fronte a una guarigione completa e duratura di una malattia grave, incurabile e con prognosi molto sfavorevole, sopravvenuta in modo rapido, cioè istantaneo. E si procede quindi a un voto segreto.

Se l’esito della votazione è favorevole, con la maggioranza di due terzi, il dossier viene trasmesso al vescovo della diocesi di provenienza della persona guarita, che è tenuto a costituire un comitato medico-teologico locale e, dopo il parere di questo comitato, il presule decide sul carattere «miracoloso» della guarigione.

Il Cmil, nel corso dell’ultima riunione del 18 e 19 novembre 2011, ha esaminato e discusso due guarigioni eccezionali e per questi due casi ha espresso un parere positivo, per cui si potrebbero avere anche degli importanti sviluppi.

Forse i miracoli riconosciuti potevano anche essere più numerosi, ma i criteri sono molto rigidi e rigorosi. L’atteggiamento dei medici è quindi sempre molto rispettoso del magistero della Chiesa, in quanto essi sono ben consapevoli che il miracolo è un segno d’ordine spirituale. Infatti, se è vero che non c’è miracolo senza prodigio, ogni prodigio non ha necessariamente un significato nel contesto della fede.

E comunque, prima di gridare al miracolo, è sempre indispensabile attendere il parere della Chiesa.

Franco  Balzaretti

(da L’Osservatore Romano del 1 gennaio 2012, pag 7)

http://www.fiamc.org/bioethics/miracoli-a-lourdes-scienza-e-fede/