L'AMCI HA UN NUOVO SITO NAZIONALE

Siamo lieti di comunicare che da oggi l'AMCI ha un nuovo sito Nazionale al link:

https://www.amciitalia.org/

Il nuovo sito dell'AMCI, è stato presentato ufficialmente ed in anteprima sabato 9 aprile 2022 al Consiglio Nazionale dell'AMCI, riunito ad Assisi e nasce grazie ad una felice intuizione di Antonio Falcone ed alla collaborazione di Giuseppe Ottaiano, che ringraziamo di cuore per la competenza ed il generoso impegno profuso. Da parte mia continuerò, unitamente al Presidente Filippo Boscia e a tutto il Consiglio di Presidenza a supportare e coordinare la nuova equipe di redazione del sito. Questo sito rimarrà ancora attivo solo come archivio, ma ovviamente non sarà più aggiornato. Nell'occasione auguriamo a tutti una

BUONA  PASQUA  DI  RESURREZIONE

                                                         F.  B.

Caso Samantha. Boscia: «Ecco qual è il confine lecito per la sedazione»

Intervista a Filippo Maria Boscia del 25/03/2022 a cura di Luca Marcolivio

La dolorosa vicenda di Samantha D’Incà, la 30enne bellunese in stato vegetativo, per la quale i genitori hanno chiesto e ottenuto l’autorizzazione al trattamento di fine vita – con relativa interruzione di cibo e idratazione e l’avvio della sedazione – pone una serie di problematicità e si presta alle facili strumentalizzazioni. A commentare il caso con Pro Vita & Famiglia è il presidente dell’Associazione Medici Cattolici Italiani, Filippo Maria Boscia che, con l’occasione, ha ricordato qual è il discrimine che rende lecita la pratica della sedazione profonda.

Professor Boscia, la vicenda di Samantha D’Incà non è classificabile né come eutanasia né come suicidio assistito. Eppure, pone seri interrogativi etici: perché?

«In questa vicenda, manca il consenso della paziente. C’è semplicemente la stanchezza di un padre e di una madre che, anziché, sentirsi vincolati a una cultura del dono, propongono a se stessi delle ragioni di efficienza sociale, più che di attenzione alla persona. La sofferenza non può giustificare la barbarie di un omicidio. Situazioni così delicate non possono essere risolte con atti di disumanità mascherati da pietà. Altrimenti ci troveremmo di fronte a figli, che decidono per la morte dei genitori oppure, come in questo caso, a genitori che decidono per la morte dei figli. È il perverso canone della mentalità in voga, secondo il quale i più fragili andrebbero scartati. Dovremmo evitare di mettere in agenda queste cose e, piuttosto, cercare di migliorare la medicina, evitando di promuovere la conclusione di un percorso di vita. Andando avanti così, anche la ricerca medica finirà per essere coinvolta in questo senso. E quando qualcuno ci ricovererà in ospedale dirà: “è meglio che la facciamo finita”. Il caso di una persona che si salva dovrebbe richiamarci all’onere della prova, ad essere meno arroganti, meno assolutisti, meno ideologici, più compatibili con l’azione del medico che è chiamato al prendersi cura, non a dare la morte».

Cosa ci insegna questa storia?

«Un orientamento contemporaneo è quello di trasformare la persona nella meccanica della sua vita, dimenticando il ruolo centrale che questa persona ha e che non è riferita solo ed esclusivamente alla sua meccanica. Ideologicamente sono in molti ad avere visioni meccanicistiche ma, così facendo, pongono in essere operazioni letali e pericolose. È come se, in stato di coma, la vita del paziente venisse codificata come oggetto inerte, come oggetto di management medico professionale e amministrativo, forse anche economico, oscurando pratiche di rette virtù nel vivere sociale e anche nel mondo della sofferenza e delle fasi conclusive della vita. È un modo d’agire disumano, apparentemente “ragionevole” e motivato “per amore” e “per pietà”, operando delle scelte impropriamente definite etiche in contesti che non sono per nulla etici. Stupisce che, proprio in un momento di esplosione di conoscenze mediche e di miglioramento anche della qualità scientifica applicata alla medicina, si operi una distinzione tra vite degne e vite indegne di essere vissute, predestinando delle persone a morire, in tempi decisi da altri. Noi medici, però, disponiamo di un lungo elenco di predestinati a morire che invece, insperabilmente, continuano a vivere, a volte per lungo tempo, contravvenendo a quanto stabilito dalla cosiddetta “verità scientifica”, proposta con arroganza da eccellenze mediche e soloni di turno. Chi ha saputo attendere il risveglio dopo il coma, questi assunti può testimoniarli direttamente».

La sedazione profonda è comunque lecita? Fino a che punto?

«La polemica nasce dal fatto che la sedazione del dolore, in certi casi, è doverosa. Qualcuno sostiene: “se è doverosa la sedazione, permettiamo anche l’eutanasia”. Non è così. La sedazione profonda deve essere fatta se il dolore è tale e importante da richiederla. Se però, intenzionalmente, la rendiamo profonda per determinare la morte della persona, allora le cose stanno diversamente. Si tratterebbe di un’azione eutanasica e non potremmo tollerarla. La sedazione dev’essere sempre proporzionata all’intensità del dolore. Se la si mette in pratica, dev’essere fatto da persone competenti, con un grado di preparazione tale da poter comprendere fin dove ci si può spingere, senza ledere quegli aspetti vitali che vanno tutelati. In un discorso agli anestesisti del 1957, papa Pio XII distingueva tra l’azione di uccidere e la sedazione, che può anche comportare il rischio il rischio di morte. Un’azione cattiva non va mai disposta. Un’azione buona che abbia risposte anche impreviste non può essere condannata. È auspicabile, comunque, che, in condizioni di massima sofferenza, si raggiunga il massimo sollievo».

Siamo di fronte ad un caso che si è prestato a strumentalizzazione?

«Il punto è proprio questo: si vanno a tirare fuori dal cassetto i casi più strani, pur di dimostrare che una persona debba decidere lei quello che deve fare. Certo, noi siamo capaci di intendere e volere, nessuno può compiere azioni che non condivide ma non dobbiamo nemmeno pretendere di affidare azioni ad altri. L’azione perversa che, in questo momento sta venendo fuori, è quella di affidare ai medici un compito che non spetta ai medici. Il suicidio è qualcosa che è sempre esistito, chiunque può farlo a sua discrezione ma, se c’è una persona al suo fianco e non lo impedisce, ciò è molto grave. Le persone in stato di grande sofferenza hanno bisogno d’aiuto, d’essere prese per mano e anche d’essere risollevate da quel baratro nel quale stanno cadendo. Non darei mai una spinta a una persona salita sulla cima di un campanile per uccidersi, né un ulteriore spinta per farlo precipitare più velocemente».

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Il 25 marzo il Papa ha consacrato la Russia e l'Ucraina al Cuore Immacolato di Maria e tutta l’AMCI si è unita in preghiera con Lui! - Le nostre indicazioni per gli aiuti umanitari per l’Ucraina.

Roma. Papa Francesco ha consacrato la Russia e l'Ucraina a Maria, regina della Pace.

Dopo la celebrazione penitenzale e la benedizione finale un gesto semplice di chi crede in Dio e non nella forza delle armi e chiede alla Madre di Cristo di intercedere e di salvarci dalla guerra

Di fronte alla guerra, all'aggressione della Russia all'Ucraina, papa Francesco ci ricorda che la risposta non può essere l'odio e l'aumento delle spese militari. Ma la costruzione di una società basata sull'amore e sul bene. Ma servono preghiera, pentimento, richiesta di perdono a Dio. Solo così, rinnovati, potremo invocare la pace. E con questo spirito, umile ma certo che Dio ascolta il suo popolo, papa Francesco ha oggi consacrato l'Ucraina e la Russia al Cuore Immacolato di Maria.


Carissimi Amici AMCI,

ho ricevuto in questi giorni parecchie sollecitazioni da diverse sezioni AMCI diocesane in merito ad eventuali raccolte di beni e/o sostegni economici da inviare in Ucraina, Paese duramente colpito da deplorevole aggressione.

La Presidenza Nazionale, nell’'esprimere grande solidarietà al popolo ucraino, ritiene che azioni isolate possano essere poco significative: per questo si consiglia vivamente di muoversi in sinergia con Caritas Italiana in segno di importante condivisione e di aiuto concreto alla popolazione ucraina.

La Caritas Italiana ci ha fornito un suo dossier su “Ucraina: la follia della guerra”, che vi inviamo come linee guida. In ogni caso ogni presidenza AMCI diocesana potrà stabilire contatti con le Caritas diocesane e orientare tutti gli sforzi verso quelle iniziative che le Diocesi di appartenenza hanno già attivato.

In base alle decennali esperienze possiamo affermare che Caritas Italiana e quelle diocesane rappresentano istituzioni di aiuto sicuro diretto ed efficace. Raccomando a tutti intense preghiere per la pace nel mondo e per l’Ucraina in particolare. A disposizione per ogni eventuale chiarimento, vi saluto e vi abbraccio.

Il Presidente Prof. Filippo Boscia


 

Per donazioni alla Caritas,  maggiori informazioni e per contatti:

Caritas Italiana, Ufficio Europa

tel. 06-66177259/245

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  • Banca Intesa Sanpaolo, Fil. Accentrata Ter S, Roma – Iban: IT66 W030 6909 6061 0000 0012 474
  • Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013

Causale: Europa /Emergenza Ucraina
Oppure per una donazione online vai sul sito www.caritas.it  - DONA ORA!


NB : Pubblichiamo in allegato (scaricabili)

-  Appello di Papa Francesco,

-  il Dossier  della Caritas  Italiana

-  un contributo dell'amico Marcello Filice


 

ALFREDO ANZANI: "IDEE CHIARE COMPORTAMENTI CERTI - ETICA CLINICA ! " (nuova versione corretta)

Riflessioni per i medici in prima linea

(è possibile scaricare dall'allegato l'intero documento di 59 pagine)

 

Siamo lieti di pubblicare la versione corretta del documento di Alfredo Anzani con le sue riflessioni sui medici i prima linea. Si tratta di un documento molto interessante e che offre a tutti noi un importante arricchimento ed alcuni spunti di rifessione.